Recensione Back in the game

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Nel periodo di natale, si sa è tempo di recuperi e il mio è iniziato con la sit comedy Back in the game.
Terry Gannon Jr., al college, è stata una star del softball. La vita, però, si è fatta beffe di lei ed ha rovinato la sua promettente carriera facendole avere un figlio da adolescente, perdere la borsa di studio e sposare con un venditore d’auto inetto ed infedele da cui divorzia dopo dodici anni. Rimasta disoccupata e senza un soldo, Terry è costretta, assieme al figlio Danny, a tornare a vivere da suo padre; ex-atleta vedovo, supponente e alcolizzato soprannominato “Il Cannone”.
Nonostante la donna voglia tenere suo figlio lontano dal competitivo stile di vita che ha avuto lei da bambina, Danny, infatuatosi di una sua coetanea, Vanessa, tenta di far colpo su di lei partecipando alle selezioni per entrare nella Little League pur non avendo competenze di baseball o capacità atletiche.
Quando il ragazzino viene escluso dalla squadra e deriso dai compagni, la madre corre in suo soccorso offrendosi volontaria per allenare una squadra formata da tutti i ragazzini rifiutati e finanziata dalla sua ricchissima amica e vicina di casa Lulu Lovette.

Parto subito col dirvi che è stata cancellata dopo la prima stagione, composta da 13 episodi e che il finale è aperto. Ma nonostante questi punti, che non sono indifferenti, io ve la consiglio.
L’ho trovata molto originale, simpatica, incentrata soprattutto sulla figura di una donna, che nonostante la vita dura, con la sua forza è riuscita ad andare avanti. Quindi se state cercando qualcosa di leggero e non impegnativo, questa è la sitcomedy che fa al caso vostro.

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