Recensione Jurassic Park III

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Jurassic Park III parla di Grant che è rimasto paleontologo ed è perennemente in difficoltà nel trovare finanziamenti per la sua attività ormai in estinzione (come le creature che deve disseppellire), Ellie si è sposata ed è diventata una madre amorevole verso il proprio figlio, mentre il cinico Ian Malcolm ha già avuto la sua seconda avventura nel sequel precedente girato da Spielberg.
SI doveva cercare un qualche pretesto per tornare a Isla Sorna, dato che nessuno (compreso il protagonista) ne sente realmente la necessità.
Si presenterà a lui Paul Kirby, un individuo che promette di finanziare l’attività del protagonista, in cambio però di un ‘escursione prettamente amatoriale e goliardica attraverso Isla Sorna.
Non senza tentennamenti, Grant accetta ed i nostri eroi sono di nuovo prossimi a rivedere da vicino le antiche creature. Soltanto dopo vari contrattempi (che comprendono anche la morte di due dei mercenari, che dovrebbero fungere da sicurezza per il gruppo) si viene a scoprire che i coniugi Kirby non hanno i soldi per onorare il patto, sono divorziati già da più di un anno ed in realtà stanno cercando il loro figlio, che da otto settimane è disperso nell’isola.

L’ho sicuramente preferito al due, ma gli errori non mancano neanche in questa pellicola. Sicuramente è un film che intrattiene, ma non riuscirà mai a competere con il primo film.

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