Recensione Strappare Lungo i Bordi

Strappare lungo i bordi è una serie animata italiana targata Netflix di Zerocalcare.

Avrete sicuramente sentito già questo nome, che si è fatto strada attraverso i suoi fumetti dall’impronta inconfondibile.
Pochi episodi, una trama semplice, ma una profondità da lacerarti l’anima.
La serie animata rimane fedele al suo tratto distintivo e unico delle sue opere fumettistiche.

La produzione inizia, come sempre, in modo caotico mettendo lo spettatore difronte a un’accozzaglia di situazioni apparentemente sconnesse tra di loro, eppure legate da un filo che scopriremo con il procedere degli episodi attraverso un viaggio complicato in treno di tre amici (Zerocalcare, Secco e Sarah), la cui destinazione e senso si scoprirà solo alla fine.

Un monologo interiore, fatto di flashback, ricordi, fatti quotidiani che hanno determinato la sua personalità e il suo percorso.
C’è la verità nei suoi racconti, paure, dubbi esistenziali. C’è attualità, perciò è molto facile immedesimarsi nei pensieri del protagonista.
Piccole perle di saggezza sparse in una manciata di minuti, con la capacità di saltare con delicatezza da momenti ironici a quelli drammatici.

Una produzione toccante, con la quale Michele Rech (Zerocalcare) c’entra anche questo nuovo esperimento, con la possibilità di raggiungere una cerchia sempre più vasta.

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