Stranger Things 4 – Parte 1

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Stranger Things 4 – Parte 1

Finalmente dopo tre lunghissimi anni, una delle serie più iconiche degli ultimi anni è tornata con una tanto attesa e sofferta quarta stagione.

Molte cose sono cambiate, a partire dai nostri protagonisti che non sono più i dolci e teneri bimbi che abbiamo tanto amato nelle prime stagioni. Sono cresciuti e inevitabilmente con loro, sono cambiate anche le dinamiche della produzione.
La quarta stagione di Stranger Things ha una veste più oscura, più cupa, più horror e omaggia gli slasher degli anni ’80.

La struttura narrativa è più corale. Ti sbalza da una parte all’altra, per seguire i diversi intrecci dei personaggi (a tal proposito, non tutte le storie hanno funzionato. Ad esempio, la storyline riguardo la Russia e Undici le ho trovate leggermente sottotono, rispetto ad altre). Alcuni personaggi primari, sono diventati decisamente secondari e si sono persi per strada. Diciamo che non c’è stata una bella evoluzione per tutti.
Tuttavia, l’ingresso dei nuovi personaggi mi ha convinta. Sono tutte belle new entry. Eddie tra tutti. Top.
Menzione d’onore per l’attore James Campbell Bower.

Con il settimo episodio i nodi vengono al pettine ed è con esso che i puntini iniziano a ricongiungersi, rendendo tutto molto più nitido e lineare, arrivando al vero punto di svolta. Tutte le vicende che fino a quel momento hanno viaggiato in parallelo e quasi slegate tra di loro, troveranno il modo di intersecarsi. Non a caso, quest’ultimo episodio insieme al quarto (nel quale il personaggio di Max, uno dei personaggi migliori di questa season, ci regala una delle scene più emozionanti dell’arco narrativo), costituiscono le mie puntate preferite.

Uno dei punti più forti dello show è che riesce perfettamente a bilanciare la sfera personale dei ragazzi, con quella di gruppo e inoltre, amalgama benissimo dramma e leggerezza. Stranger Things ha sempre velatamente trattato tematiche importanti, in particolare in questo nuovo capitolo. Si parla, in maniera ancora più approfondita di bullismo, di depressione, ma anche di speranza e voglia di farcela.

Effetti speciali impressionanti, musiche azzeccate e villain pazzesco.
Vecna è la dimostrazione di quanto l’umanità possa diventare un mostro. Il demone ha un significato che va oltre al semplice essere cattivo. E’ qualcosa di più radicato.

Peccato per la durata degli episodi, perchè nonostante il ritmo sia scorrevole e godibile, la lunghezza si accusa un pò. E’ estremamente esagerata.

Mancano ancora gli ultimi due episodi, ma con questa bomba di finale, mi sento di dire che l’attesa ne è valsa la pena e che la serie è sicuramente approvata.

In conclusione, Stranger Things è mutato, sì. E’ più complesso, più adulto, più terrificante. Eppure, in un certo senso, è rimasto sempre lo stesso. Le costanti vibes del periodo, che ci riportano indietro nel tempo, insieme alle deliziose personcine alle quali ci siamo tanto affezionati, trovano sempre il modo di farci sentire a CASA.

Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuta questa prima parte? Descrivetela con un commento.

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