Recensione Bloodline

Bloodline è una serie tv composta da tre stagioni e presente su Netflix.

We’re not bad people, but we did a bad thing

I Rayburn sono proprietari di un rinomato resort. Tutto scorre nella quotidiana serenità, fino all’arrivo di Danny, primogenito Rayburn.
Danny è considerato la “pecora nera”, perchè ritenuto responsabile della morte della sorella Sara avvenuta trent’anni prima durante un’uscita in barca.
Quella che apparentemente sembra essere una famiglia perfetta, in realtà altro non è che un nucleo costruito su menzogne.
Tuttavia, il cercare di sistemare le fondamenta di una struttura instabile alla base, non fa altro che aumentarne le crepe e covare rabbia, che presto sfocerà in modo feroce e brutale, rompendo tutti gli equilibri.

La prima stagione è molto accattivante e carica di tensione. Ti spinge a volerne sapere sempre di più per scoprire tutti i segreti di questa famiglia e il cercare di capire come si è arrivati al fatto che sarà il cloue e il momento più alto della serie. Tutto questo grazie alla particolare struttura narrativa.
Purtroppo, le stagioni successive non sono sullo stesso livello.
Il ritmo è lento, ma se nel primo ciclo di episodi c’era suspense, questa viene a mancare andando avanti, risultando un prodotto pesante e forzato da vedere.
Bloodline è un viaggio introspettivo su ogni singolo personaggio. E’ un viaggio tragico.
E’ un circolo vizioso difficile da spezzare.

La sceneggiatura è molto buona, eppure manca qualcosa e forse è stato proprio questo a renderlo un prodotto facilmente dimenticabile.

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