Recensione Il Piccolo Principe

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Ed eccomi qui finalmente a parlare del film “Il Piccolo Principe”, tratto dal poetico racconto del francese Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato nel 1943.

Trama: Una bambina dalla vita programmata allo scopo di “avere successo” da adulta e la ansiogena e pesante madre si trasferiscono in un anonimo quartiere di una ancor più anonima città. A sconvolgere i piani della genitrice piomba un anziano e stravagante vicino con il quale la bambina oppressa stringe subito amicizia. Il vecchio inizia a raccontare una storia della sua gioventù, quando era un aviatore e un avventuriero, ed era precipitato col suo biplano nel bel mezzo del Deserto del Sahara. Qui aveva incontrato il Piccolo Principe, uno strano bambino che gli aveva raccontato una serie di avventure ancora più strane: la bambina si fa lentamente ossessionare dalla storia, fino al punto da sperimentare in prima persona una rivoluzione del suo modo di rapportarsi con la realtà.

Un prodotto riuscitissimo! Sopratutto dal momento in cui l’anziano inizia a raccontare la storia. Mi è piaciuta molto la scenografia e il messaggio che ha trasmesso. Bellissima la differenza fra il mondo degli adulti e quello dei bambini. Non nascondo che mi sono commossa moltissimo, in più scene. Un omaggio di tutto rispetto all’opera, uno dei migliori prodotti visti negli ultimi tempi. Un film adatto a tutti, ma sopratutto a quegli adulti che hanno perso l’essere bambino lungo la via e dimenticato di vedere le cose con gli occhi del cuore.

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