Recensione Storia di una ladra di libri

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Ed eccomi qui a parlare del film ” Storia di una ladra di libri”, uscito qualche anno fa, ma che io ho visto solo recentemente.

La storia è ambientato nella Germania nazista. Siamo alle porte della Seconda guerra mondiale e Liesel (Sophie Nelisse), una bambina di circa dieci anni, viene lasciata dalla madre ebrea ad una famiglia di sconosciuti che ha deciso di adottarla. Ferita dalla morte improvvisa del piccolo fratello e diffidente nei confronti della madre adottiva (Emily Watson), burbera e severa, la protagonista si mostra al principio seria e introversa. Il padre adottivo (Geoffrey Rush), tuttavia, è un uomo buono e allegro e riuscirà a conquistare presto l’affetto di Liesel. Tra i due nasce un affetto sincero che li lega in un’intesa infantile ma al tempo stesso estremamente matura. I rapporti con la madre adottiva, invece, non migliorano fino al verificarsi di un evento drammatico: un giovane ragazzo ebreo, figlio di un vecchio amico di famiglia, bussa alla porta e chiede rifugio. È debole e affamato al punto da cadere svenuto al suolo. Nel periodo necessario alla sua guarigione, la piccola Liesel ruberà dalla ricca libreria di una famiglia presso la quale faceva delle commissioni, alcuni libri che leggerà al giovane ebreo, pur sapendolo semi incosciente. L’amicizia fraterna e commovente che li unisce, tuttavia è messa a rischio dalla terribile situazione politica del paese. Liesel si domanderà presto se l’affetto e il coraggio sono in grado di sopravvivere alla guerra, alla distruzione e all’odio che tutto annienta.

Un film veramente emozionante e ben fatto. Mi è piaciuto davvero tanto. Interessante anche la scelta del narratore, che capirete solo alla fine di chi si tratta, anche se forse è l’unica cosa che “stona” nel film.
Esiste anche il libro che io non ho letto, ma che sicuramente sarà molto più completo ed esaustivo del film.
Sicuramente consigliato.

Voto:8

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