Recensione Suburra

Suburra è una serie televisiva italiana ambientata a Roma, ispirata all’omonimo film del 2015, a sua volta tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini.
Si tratta della prima serie originale italiana distribuita dal colosso dello streaming Netflix in collaborazione con la Rai.

Lo show segue le vicende di alcuni personaggi tra politici, criminali e persone comuni, coinvolti negli affari malavitosi di Roma, sullo sfondo dell’assegnazione degli appalti per la costruzione del Porto Turistico della città nel quartiere di Ostia e lo fa raccontando la storia dal punto di vista di tre ragazzi che provengono da mondi differenti ma che si uniscono con lo scopo comune di fare soldi, così andando a scatenare, più o meno involontariamente, una serie di eventi che prevedibilmente andrà completamente fuori controllo.

Non avrei mai pensato di dirlo, ma mi è piaciuta tantissimo.
Raramente riesco a parlare in modo positivo di una serie italiana e questa ne è la prova.
Sono tanti gli elementi di spicco, tra cui Roma che viene mostrata in tutta la sua bellezza anche se esaltando i suoi lati più oscuri e violenti.
Per non parlare delle interpretazioni impeccabili di Alessandro Borghi (Aureliano) e Giacomo Ferrara (Spadino).
Il duo perfetto! Una storia bromance che entrerà di diritto tra le mie preferite.
Forti e fragili, spietati e compassionevoli allo stesso tempo ed è principalmente grazie a loro che la serie riesce a poggiare le sue fondamenta.
Altri personaggi di rilievo e che ho apprezzato sono stati sicuramente Manfredi e Samurai, coerenti fino alla fine.
Al contrario, Amedeo Cinaglia subisce un declino mostruoso.
Un altro aspetto che ho apprezzato molto della produzione è stato risaltare la figura della donna, soprattutto nell’ultima stagione grazie ad Angelica e Nadia, che rompono gli schemi non sembrando più delle ragazze indifese e vittime di questa guerra, ma diventano “regine”.
Il ritmo è forsennato sin dalla prima stagione, non è mai lento e questo contribuisce a divorare gli episodi uno dopo l’altro.
Suburra chiude il cerchio in maniera soddisfacente, nonostante alcuni difettucci.
E’ un viaggio tragico, di formazione, di fratellanza, di marciume e potere.

Spesso si ricollega a Roma l’aggettivo “eterna” e Suburra è la dimostrazione di quanto possa essere vera questa affermazione, con tutte le sue imperfezioni.

Voi l’avete vista? Vi è piaciuta? Personaggio preferito?

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