Recensione The Good Place

The Good Place è una comedy fantasy creata da Michael Schur.

Eleanor Shellstrop muore e quando riapre gli occhi viene accolta da Michael in quella che è definita La Parte Buona dell’aldilà. Michael le rivela di essere l’architetto del particolare distretto in cui Eleanor trascorrerà il resto della sua non-vita insieme ad altri residenti, e le presenta Janet, un’intelligenza artificiale capace di soddisfare qualsiasi domanda o esigenza. Non passa molto affinché Eleanor si renda conto di essere protagonista di uno scambio di persone e di non trovarsi assolutamente nel posto giusto. Nella sua vita, infatti, è stata egoista, scontrosa, ha commesso cose eticamente e moralmente discutibili e non ha concluso niente di buono. Eleanor, però, non ha intenzione di rivelare la sua vera identità e chiede l’aiuto di Chidi, in vita insegnate di filosofia e nell’aldilà la sua anima gemella, per diventare più buona e non finire nella Parte Cattiva. Presto farà anche la conoscenza di Tahani e Jianyu/Jason, altre anime del medesimo distretto che, in un modo o nell’altro giocheranno un ruolo chiave nella storia.

Si tratta di una sitcom bizzarra, originale e soprattutto filosofica.
Proprio la filosofia gioca un ruolo cruciale all’interno dello show, attraverso numerose citazioni, teorie e riflessioni.
L’aspetto che più ho gradito è sicuramente il fatto che ogni singolo personaggio cerca sempre di migliorarsi e meritarsi il posto all’interno del Paradiso, facendolo in modo naturale senza adottare escamotage.
Allo stesso tempo, lo spettatore, assieme ai protagonisti, compie questo viaggio di sviluppo interiore.
Ed è proprio questo il messaggio più profondo che lo show vuole trasmettere.
D’altro canto, ho riscontrato una pecca, ovvero la ripetitività e questo può davvero essere un ostacolo.
Ma, se si riesce ad andare oltre, vi troverete difronte a un piccolo gioiellino.
Il finale malinconico e nostalgico, lascia a libera interpretazione colui che guarda.
Si rimane interdetti alla sua conclusione, non facendotela apprezzare nell’immediato, eppure sono sicura che lo farà col tempo.
Una comedy atipica, che scava nell’interiorità dei personaggi e alla quale va il vanto di aver saputo trattare in modo spensierato la complessità della vita.

Ps: Il mio obiettivo è imparare a imprecare in modo esilarante come loro. 😀

A voi è piaciuta? Cosa ne pensate del finale?

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