TRUE DETECTIVE: Recensione 2×01 – The Western Book of the Dead

Finalmente ci siamo. Ieri è andata in onda “The Western Book of the Dead”, inaugurando la seconda stagione dell’acclamatissima True Detective. Chiariamolo subito: IN COMUNE CON LA PRIMA STAGIONE ci sono i flashback su personaggi segnati da qualcosa, troppo meditabondi e profondamente turbati. Stop.
Tutto il resto varia, seppur restando sulle stesse linee guida: il lato oscuro, per intenderci. D’altronde con una tagline come “We get the world we deserve” (“Abbiamo il mondo che meritiamo”) c’era da aspettarselo.

NOTA DOVEROSA SULLA SIGLA: sulle note di Nevermind del maestro Leonard Cohen, veniamo travolti dall’accostamento del rosso fuoco al color ghiaccio, quasi a ricordarci l’eterna contrapposizione della prima stagione tra bene e male, ma è subito chiaro che stavolta prevale il caos della città: immagini di case e strade sovrapposte ai volti dei personaggi, quasi come se fossero metaforicamente scolpite nelle loro menti.

Le stesse immagini le ritroviamo spesso nella SCENOGRAFIA: non più paludi, distese e vuoto cosmico, bensì strade che si intrecciano (immagine ricorrente), grattacieli immensi, auto che sfrecciano, luci e negozi, il tutto sempre avvolto da un alone di tristezza, distacco e soprattutto squallore (il lato oscuro citato prima).

TRAMA E PERSONAGGI: Ci si immerge fin da subito nella vicenda, ma essa si svolge in modo da fungere anche da presentazione dei protagonisti. Eccoli qui! (ATTENZIONE: SPOILER)

Raymond “Ray” Velcoro (Colin Farrell) L’unico sorriso in tutta la puntata è rivolto al figlio: gli viene chiesto di lui e gli si illuminano gli occhi; scopriamo però che il bambino è nato da uno stupro di un uomo ai danni dell’ex moglie di Ray, e che questa violenza ha portato non solo i due ad allontanarsi, ma anche Ray e il suo lavoro di detective sull’orlo del baratro: alcool, droga e corruzione sono le caratteristiche principali di un uomo cinico e perennemente turbato (peculiarità che ci ricordano McConaughey nella prima stagione, anche per il fatto che nei flashback Farrell appare curato e più interessato alle cose, mentre ora è trasandato e impassibile a tutto, seppur pieno di rabbia). L’unica cosa che sembra stargli a cuore è appunto il suo bambino, che ama come fosse suo figlio biologico, a tal punto da minacciare il bulletto che lo infastidisce a scuola, per poi pestare a sangue suo padre, in un’esplosione di collera nei confronti di chi fa del male al prossimo. Esprime chiaramente di non essere più interessato alle relazioni, lasciando trapelare cinismo e rassegnazione.

Antigone “Ani” Bezzerides (Rachel McAdams) È una detective che non riesce ad instaurare relazioni. Sua sorella è entrata in un losco giro di “intrattenimento” per adulti in webcam. Suo padre (il grande David Morse), un ambiguo guru/santone che vive in un istituto religioso, le dice che è lei stessa la figlia da aiutare, e non l’altra: le spiattella in faccia il fatto che lei non riesca a legarsi a nessuno (dopo un matrimonio fallito), che debba sempre etichettare ogni cosa e che sia costantemente arrabbiata col mondo, specie quello maschile, solo perché non è riuscita ad ottenere niente di buono. Inoltre anche lei, come Ray, è affezionata alla bottiglia, oltre a condividere gli stessi pensieri cinici e rassegnati sul mondo e sul sesso opposto (si presume quindi che i due andranno molto d’accordo nelle prossime puntate)

Francis “Frank” Semyon (Vince Vaughn) In un flashback, emerge il suo passato da gangster: egli fornì a Ray l’identità di chi aveva violentato sua moglie, specificando di non essere legato a gente che commette tali crimini. Ma aggiunse, in stile “Il Padrino”, che in futuro avrebbe potuto chiedergli di ricambiare il favore. Nel presente, in cui il boss è diventato un rispettabile quanto temuto uomo d’affari, prende parte ad un progetto urbano, ma sorgono problemi a causa della scomparsa del dirigente comunale Caspar, a seguito delle scottanti rivelazioni di un giornalista riguardo presunti illeciti. Frank, invece di preoccuparsi di dove possa essere Caspar, chiede a Ray di eliminare il giornalista, per poi pagarlo, dimostrandoci che non è la prima volta che Ray riceve una mazzetta per un lavoro simile. In una vita piena di fasto e lusso, Frank è affiancato da una donna scaltra (Kelly Reilly) che con molta diplomazia riesce abilmente a tirarlo fuori da situazioni imbarazzanti o di tensione con gli alti vertici della città.

Paul Woodrugh (Taylor Kitsch) Poliziotto, ex marine, nasconde anch’egli un passato turbolento, segnato anche fisicamente da cicatrici (egli stesso sostiene di non essersele procurate in guerra). Osservandolo, si ha la costante sensazione che stia per esplodere.
Viene sospeso dal lavoro a causa di indagini interne, poiché ha accettato favori sessuali da una ragazza che gli chiedeva di risparmiarle una multa. Anche lui però, come Ray e Ani, ha qualche difficoltà a relazionarsi: la sua ragazza lo accoglie calorosamente, ma lui è distratto per tutta la durata del loro incontro e va via nonostante lei gli chieda di dormire insieme. Poi inevitabilmente esplode: inizia a correre in moto a fari spenti. Fortunatamente si ferma, e proprio lì trova un cadavere: quello di Caspar, il dirigente comunale scomparso.

EPILOGO: L’episodio si conclude con Ray, Ani e Paul che si conoscono dinnanzi al cadavere.
Tre personaggi che non credono più in niente, ma soprattutto non credono più in nessuno. Tre personaggi che lavorano per la salvaguardia della legge, ma sono i primi a violarla, perché non credono più nemmeno in quella. Tre personaggi segnati dal dolore, da un passato difficile e dall’estrema convinzione che il mondo sia un posto cattivo, quasi quanto loro.

RESPONSO: È ancora presto per un giudizio, ma una cosa la sapevamo fin da prima: dimentichiamo la prima stagione. Dimentichiamo l’atmosfera gotica. E dimentichiamo pure McConaughey. Perché certi paragoni semplicemente non si possono né si devono fare. È tutto qui: se riusciamo per un solo istante a dimenticare l’immensità della prima stagione, solo allora comprenderemo che la seconda è partita più che bene: finora i ruoli sembrano calzare a pennello (o quasi), l’interesse che questa premessa suscita è elevato, l’impostazione della storia regge più che bene, l’aspetto tecnico convince pienamente (ma su quest’ultimo non c’erano dubbi). Non resta che aspettare la prossima puntata, di cui trovate l’anteprima qui:

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