Recensione The Politician

The Politician è una serie televisiva statunitense creata e prodotta da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Ian Brennan.

Payton Hobart, uno studente di una scuola superiore di Santa Barbara, decide di diventare presidente del consiglio studentesco e ambisce un giorno ad essere presidente degli Stati Uniti; inizia così la campagna elettorale a scuola, nella Saint Sebastian High School, ma numerosi ostacoli si frappongono tra lui e il suo sogno, così da spingerlo a lottare fino in fondo e a scoprire se stesso.

La serie incarna perfettamente quello che è il mondo della politica.
Corruzione, scandali, segreti…questo show non si fa mancare nulla e onestamente trovo geniale il modo in cui i creatori hanno deciso di parlare di questo aspetto, servendosi di adolescenti.
Infatti, lo show parte come un teen drama/comedy molto leggero e romance, che ricorda per certi versi anche Glee, ma al cui interno nasconde un significato più profondo ed è proprio questo il bello di The Politician.
Il cast è composto da validissimi attori, a cominciare dal protagonista Ben Platt, sicuramente novellino accanto a nomi più importanti come Jessica Lange, Gwyneth Paltrow, Bette Midler e Judith Light, ma non per questo meno capace.
La fotografia è vivida, raffinata e accattivante.
Tuttavia, per chi ha avuto modo di vedere altre produzioni di Murphy saprà certamente che la sua voglia di strafare, di andare sopra le righe, rischia di far perdere il controllo e di confondere lo spettatore e anche questa non è esente. Nel corso delle prime due stagioni, alcuni difetti vengono purtroppo ripetuti, come ad esempio il non approfondire alcune tematiche o alcuni personaggi.

Nel complesso però, The Politician si conferma una satira frizzante, esagerata e assurda sull’arte del governo. Situazioni grottesche e pompate, personaggi stravaganti e caricati al massimo, rendono la visione molto godibile e assolutamente da non perdere.

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