Recensione Bridgerton

Bridgerton è una serie televisiva creata da Chris Van Dusen e prodotta da Shonda Rhimes, basata sui romanzi bestseller di Julia Quinn, ambientati nel mondo competitivo dell’alta società londinese nell’Età della Reggenza.
La serie ha debuttato il 25 dicembre 2020 su Netflix.

Si tratta di un period drama moderno, composto da 8 episodi che scorreranno via in un batter d’occhio e che hanno come protagonista Daphne, la figlia maggiore della potente famiglia Bridgerton, che la vede fare il suo debutto nel competitivo mercato matrimoniale di Regency London. A questo poi si aggiungeranno intrecci amorosi, intrighi, scandali e segreti, elementi cardine di prodotti del genere.

Lo show altro non è che un mashup tra Orgoglio e Pregiudizio, mixato a un pizzico di Gossip Girl, Downton Abbey e Reign, che messi insieme in un unico prodotto cozzano a meraviglia.
La serie è piena di trash, ma quel trash che io reputo fatto bene e quello di cui avevamo bisogno, soprattutto in queste vacanze natalizie e in generale. Perchè sì, Bridgerton ha il poter di farti staccare il cervello per qualche ora, regalandoci il potere di farci sognare e innamorare (SIMON 😍).
I punti di forza di questa serie sono la scenografia e i costumi, che risultano essere davvero impeccabili e i colori vivaci la rendono molto piacevole e spensierata. Altro punto a favore sono le protagoniste femminili, che sebbene siano stereotipate e addestrate a cercare marito e ricoprire il ruolo della donna tipico di quel tempo, allo stesso tempo trovano il modo di imporre la loro identità.

Bridgerton è un guilty pleasure di tutto rispetto, che riesce a mescolare tantissimi elementi, ma lo fa in modo equilibrato, senza cadere nell’eccesso.
E’ una serie leggera, romantica, frivola e molto godibile.

Quindi, ricapitolando, se amate l’Inghilterra Ottocentesca, le serie in costume, le ship, i romanzi rosa questa fa sicuramente al caso vostro. Il binge-watching è assicurato.

E voi l’avete già vista?

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